lunedì 15 marzo 2010

Un giorno perfetto


"Un giorno perfetto" è l'eufemismo di tante vite impossibili, ma di una in particolare: quella della stralunata quanto seducente Isabella Ferrari. La sua vita e le sue giornate sono attraversate da un'angoscia persistente, che è tipica di quelle persone che si sentono con le spalle al muro, all'ultimo gradino di una lunga scala che finisce su un baratro di problemi di ogni genere. Al primo posto una separazione coniugale difficile da gestire, per via di un marito (Valerio Mastandrea) geloso, violento quanto confuso e, soprattutto, affatto rassegnato. Il regista si impegna a descrivere ogni antro dell'anima di queste due figure, come di altre che si incrociano passandosi come tedofori la fiaccola della loro condizione di prigionieri della sofferenza e di vittime della società. Il tocco di Ozpetek in questo film è quasi invisibile. Ne rimane traccia solo nel particolare riguardo verso le figure femminili. Per il resto la regia è veramente scarna e lascia furbescamente spazio alle scene di violenza. Questo aspetto lascia scadere il film in una sorta di cronaca della società odierna, che strizza l'occhio al voyeurismo. La sola recitazione della Ferrari non basta a riscattare un film tanto truce quanto impersonale.

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