lunedì 23 aprile 2012

Diaz

Diaz è un autentico pugno nello stomaco. Entro in sala travolta dall'incipit ex abrubto: una sequenza di immagini in steady cam che cercano di rendere più documentaristica possibile l'interpretazione di quel fatidico G8. La violenza è la vera protagonista in un film senza attori principali, ma dove tutti sono vittime o carnefici della stessa. L'analisi sociale di Vicari è veramente accurata, tutto si concentra sulle distinzioni tra manifestanti pacifici e black block e tra polizia sanguinaria e polizia e basta. Si parte dal caos più totale, da quella bottiglia che cronicamente si infrange alla moviola contro la strada e poi tutto ricomincia, ma con sempre maggiore chiarezza. Quando tutto viene spiegato  (alla base di questa interpretazione ci sono gli atti processuali consecutivi al G8) non resta addosso che un senso di violenza e di angoscia data dall'irreparabilità delle azioni di chi ha voluto fare di tutte le erbe un fascio. Questo film inoltre spiega molto bene come possa succedere che una condotta repressiva insana e perversa possa essere messa in atto in maniera sistematica da quella folla che non pensa: perchè questo ormai è un dato scientifico.

lunedì 2 aprile 2012

Posti in piedi in Paradiso

“Posti in piedi in Paradiso”, l’ultimo film di Verdone parte da una forte aspirazione sociale: quella di fotografare la società dei cinquantenni di oggi e di quella moltitudine di famiglie spaccate e lacerate dalle separazioni coniugali. I protagonisti del film sono tre uomini di mezza età che si ritrovano ad essere abitativamente defenestrati dalle proprie mogli ed intraprendono una bizzarra quanto obbligata condivisione di un appartamento. Nessuno dei tre, infatti, può permettersi un appartamento da solo perché sono troppo impegnati economicamente ad erogare assegni di mantenimento di ogni genere.
Se i personaggi appaiono stereotipati fin dall’inizio, la sceneggiatura è piatta e poco incisiva. Verdone stavolta non convince neanche me che lo ho sempre considerato uno dei migliori registi italiani viventi. Sembra tutto un ripetersi e riproporre un collage di situazioni risultate vincenti in passato.