giovedì 29 settembre 2011

Carnage



Carnage prende tutta la mediocrità della società contemporanea, la butta in un appartamento qualunque di New York e la centrifuga in maniera razionalizzata sugli spettatori. L'effetto è quello di una sorta di spettacolo pirotecnico in cui c'è un continuo gioco di ruoli, i valori si sgretolano dando spettacolo della loro inconsistenza. Il personaggio di Kate Winslet assomiglia molto a quello da lei interpretato in "Revolutionary Road" ed il film in sè e per sè ha un che di alleniano soprattutto nei dialoghi molto teatrali e nelle scene grottesche. Ammirevole il dono di sintesi grazie al quale il regista riesce a comprire in 75 minuti l'implosione della società odierna.

venerdì 23 settembre 2011

Terraferma



Dove si dirige la barca che solca il mare della Sicilia nella scena finale del film? Più nello specifico cosa passa per la testa di Filippo, il rabbioso ragazzo siciliano dai contrastanti sentimenti verso gli immigrati clandestini? Per poter immaginare una possibile destinazione bisogna considerare un'altra infromazione molto importante: con lui c'è anche una neo madre con il suo neonato, clandestina ovviamente. Filippo è vittima e carnefice di una condizione abbastanza diffusa in Sicilia con l'attuale legge sull'emigrazione: seguire l'innato spirito umano o discolparsi interiorizzando il proverbio "mors tua vita mea"? Qualsiasi delle due piste implica delle responsabilità in termini di sensi di colpa da un lato e penali dall'altro. Entrambe sono talmente ben esplorate da Crialese che riesce a mantenere i sentimenti di questo ragazzo così realisticamente confusi tra i due opposti, che alla fine veramente il finale è aperto.



Mi soffermo su questo aspetto del film, tralasciando di elogiare la fotografia piuttosto che l'impatto visivo di alcune scene perchè confrontandomi fuori dalla sala con altre due persone mi sono ritrovata a notare come ciascuno abbia dato una prospettiva diversa a questo finale.



Probabilmente l'imprevedibilità del comportamento di Filippo rappresenta l'enigma del comportamento degli esseri umani che si trovano di fronte ai rischi cui una legge del genere li sottopone nel caso diano aiuto ad extracomunitari senza permesso di soggiorno.



Così l'enigma della scelta di Filippo diviene una dilemma sociale più che psicologico.



Un film veramente intenso, avvolgente e totalizzante nei sentimenti che evoca, così come per il mare che mostra.

mercoledì 14 settembre 2011

Ruggine



La ruggine è lo stato che intacca gli oggetti vecchi, una sorta di marcatempo che in realtà accompagna molti ricordi. Probabilmente è proprio il tempo il vero protagonista di questa pellicola: quello che confonde, offusca, ma non cancella. La confusione narrativa, che ho percepito all'inizio come un limite di questo film, in realtà rispecchia molto fedelmente lo stato d'animo che il regista vuole dominante in questa trama. La paura è, infatti, la vera protagonista di quest'opera e come tale non ha i contorni netti, ma è sfumata e confusa. La paura riempie la mente di immagini forti e sensazioni inspiegabili. La fotografia di questa pellicola aiuta a rendere questa sensazione, mentre il macchiettistico personaggio interpretato da Timi ben rappresenta il classico "Orco cattivo" di cui tutti i bambini hanno paura. La trama si perde tra vari flashback e lascia dilagare questo sentimento di innocenza, che deve affrontare un sentimento così travolgente.



"Ruggine" tratta un tema molto delicato riuscendo a non scadere mai in una rappresentazione banale, nonostante l'inconsistenza voluta della trama deve fare i conti con un ritmo molto lento.