giovedì 23 maggio 2013

La grande bellezza

La grande bellezza è la provocazione di poter costruire un film montando tra di loro scene prive del più potente filo conduttore: la trama. Così, avvaledosi di una sceneggiatura che veramente spacca ogni schema, Sorrentino lascia che il protagonista si muova in diversi sketch e situazoni, la cui sequenza di montaggi può risultate talmente casuale da non riscotruire un filo logico speppur metaforico. Con citazioni felliniane oniriche e spunti dal cinema americano indipendente di Smoke, "La grande belle bellezza" rimane un prodotto altaenta oriiginale, in cui ogni scena meriterebbe  una pausa per poterla analizzarre il tutta la sua bellezza. Si esce da cinema intontiti ed immensi i un caleidoscopio di mmagini....
IL fill è una kermess di attori che celebrano il personalismo del protagonista, apparendo e scimparendo come niente fosse.Su di tutti domina l'indecifrabile recitazione di Toni Servillo.

lunedì 13 maggio 2013

Limitless

Inquadrature grandangolari, situazioni oniriche, lo sguardo "strammato", prendendo in prestito il termine da Camilleri, del protagonista Bradley Cooper, "Limitless" incarna il sogno dell'uomo contemporaneo nato o adattato all'era digitale. Mai la psicologia cognitiva ed il funzionamento della mente sono state al centro delle fantasie di onnipotenza umane. Se nel corso della storia evolutiva dell'uomo, la sua potenza è stata rappresentata dalla forza fisica (da Hulk a Superman, tanto per citare qualche esempio cinematografico), oggi il differenziale si è spostato sulle capacità mentali. Basta entrare in una qualsiasi libreria fornita per imbattersi nella prolificazione di testi sul potenziamento delle capacità mentali.
"Limitless" riprende in chiave contemporanea il mito dell'onnipotenza cognitiva, capace non solo di fronteggiare, ma di padroneggiare e finalizzare quel bombardamento di informazioni che la nostra mente quotidianamente nella normalità filtra. Se Nietzsche parla di Oltreuomo riferendosi a "colui che è sopra gli uomini e li schiaccia", determinando i propri valori, in "Limitless" l'unico valore è la conoscenza perchè strumento di potere. Del resto lo si vede anche nella quotidiana vita lavorativa come chi detiene maggiore conoscenza  (il tanto di moda "know how")  sia più propenso al successo, comparativamente parlando.
Trattandosi di un fantasy il tema è affrontato in chiave possibilistica conferendo ad un' ipotetica pillola incolore il potere di rendere chi la assume privo di ogni filtro e barriera mentale e dotato dell' illimitata capacità di elaborare e gestire le informazioni. Il percorso di Cooper non è però semplice, presto l'onnipotenza diviene una dipendenza dall'idea di onnipotenza, ergo una forma di droga.
Il regista traccia con grande capacità di sintesi e dinamismo una parabola esistenziale egregiamente interpretata da Bradley Cooper e, facendo gioco sul simbolismo tipico del genere fantasy, apre una pista veramente "limitless" di riflessioni sull'uomo, le sue ambizioni e le sue capacità.

lunedì 6 maggio 2013

Iron Man 3

Chi di voi non si ricorda "Robocop" (classe 1987)? Sembra oggi così candida la trasformazione dell'uomo in macchina, mentre all'epoca faceva quasi paura in noi figli degli anni '80. Già perchè il processo di  trasformazione dell'uomo in robot è partita in quegli anni, di cui ricordo è ora patinato. 
Eppure già negli anni del boom di Olivetti e di Happidays, il cinema cominciava ad esprimere il pensiero umano di una trasformazione radicale.... Iron Man non è altro che un uomo che si trasforma, ma il salto in lungo, e non di poco, sta nel suo mantenere l'identità originaria di essere umano. Partendo da Robocop il cinema di fantascienza attraversa un percorso che lo conduce all'identità doppia: all'Avatar. L'uomo non si trasforma del tutto, rimane un essere umano e può ritornarvi quando è non è più necessario essere invincibili. Del resto chi di noi non sogna di essere invincibile, di avere un secondo sè ed una seconda vita?
La saga dei Supereroi, di cui Iron Man 3 costituisce l'ultimo tassello, perlustra questo sogno di onnipotenza, ma anche di riscatto. Iron Man 3 è l'apoteosi di quello che forse nel mondo reale non succederà mai, ma con le nuove realizzazioni prototipiche che vengono dal Giappone probabilmente non è così "fuori dal mondo". Se dall'altra parte del globo, la tecnologia sta sperimentando forme robotiche dalla facies umana, capaci di selezionare tra diverse opzioni e percepire visivamente il contesto circostante, forse il regno di Iron Man non è così fantascientifico.
Questo mi frulla per la testa mentre assisto agli effetti speciali prevedibilmente sensazionali di una trama che rispetta la struttura standard di un action movie. Non conosco il personaggio di Iron Man e pur avendo visto "The Avengers", non sono in grado di effettuare una valutazione comparata. Si sa, che, come diceva Walter Veltroni, i "2" (o "3"), i sequel insomma peccano spesso di scarsa innovazione. Non avendo visto il primo episodio però ho trovato il film di livello medio, sia per quel che riguarda la sceneggiatura, che per la recitazione di Robert Downey jr..