lunedì 4 giugno 2012

Cosmopolis

Pessimamente doppiato, nonchè recitato dal protagonista Robert Pattinson, "Cosmopolis" soffre di una irrimediabile monotonia scenografica. Ciò che preoccupa è proprio il fatto che questa caratteristica sia la nota principale del film. Esso si connota come visionario fin dalla scena iniziale in cui il protagonista dal taglio perfetto di fronte ad un mondo allo sbaraglio sale sulla sua surreale limousine determinato ad andare ad "aggiustare il taglio". Sembra, infatti, proprio l'unica cosa che non ci sia da aggiustare in quel momento. La trama di fatto è esigua ed i dialoghi sono intrisi di sesso e violenza, così come lo sono le scene. Del resto anche in "Crash" Cronenberg aveva fatto leva su questi elementi per ritrarre una società allo sbaraglio. L'idea iniziale di rappresentare la fine dell'era del capitalismo è interessante, ma c'è un pò troppo cerebralismo, autocompiacimento e stasi nei ritmi per poterlo considerare un film riuscito.

domenica 3 giugno 2012

The tree of life

Circa un anno dopo la sua vittoria al Festival di Cannes e dopo averlo mancato in ogni forma di proiezione per ogni forma di possibile coincidenza, finalmente mi approprio fisicamente del film nel modo più definitivo e ccategorico: lo acquisto. Finalmente stasera la curiosità che ho nutrito per un anno e che ha in parte accompagnato i miei pensieri di tutti questi 365 e passa giorni è stata ripagata.
Dopo una tale attesa si può immaginare che le aspettative fossero molto alte, ma il regista de "La sottile linea rossa" è riuscito veramente a lasciarmi a bocca aperta. L'inizio ex abrupto, che fa entrare subito nel vivo della trama, poi queste lunghe pause contemplative in cui la fotografia e gli effetti speciali si sbizzarriscono nell'interpretazione del senso della vita, infine l'entrare di nuovo lentamente nella trama. "The tree of life" è un film di contemplazione, ma anche di realismo estremo: una sintesi dei momenti alti e bassi di ogni esistenza. Si potrebbero scrivere mille cose su questo film: ciò che mi ha più colpito è la recitazione del bambino protagonista, che interpreta la disillusione e la frustrazione del risvegliarsi a 7 anni circa coscienti e pensanti e scoprire con la propria mente non più così ingenua quanta rabbia e violenza può nascondersi nella vita quotidiana. Qual è allora la vera vita? Un mix di frustrazioni, rimpianti e momenti indimenticabili o c'è uno di questi due aspetti che indelebilmente prevale sull'altro? Non era facile rendere con tale grazia, classe  ed originalità narrativa un tema così delicato.