domenica 3 giugno 2012

The tree of life

Circa un anno dopo la sua vittoria al Festival di Cannes e dopo averlo mancato in ogni forma di proiezione per ogni forma di possibile coincidenza, finalmente mi approprio fisicamente del film nel modo più definitivo e ccategorico: lo acquisto. Finalmente stasera la curiosità che ho nutrito per un anno e che ha in parte accompagnato i miei pensieri di tutti questi 365 e passa giorni è stata ripagata.
Dopo una tale attesa si può immaginare che le aspettative fossero molto alte, ma il regista de "La sottile linea rossa" è riuscito veramente a lasciarmi a bocca aperta. L'inizio ex abrupto, che fa entrare subito nel vivo della trama, poi queste lunghe pause contemplative in cui la fotografia e gli effetti speciali si sbizzarriscono nell'interpretazione del senso della vita, infine l'entrare di nuovo lentamente nella trama. "The tree of life" è un film di contemplazione, ma anche di realismo estremo: una sintesi dei momenti alti e bassi di ogni esistenza. Si potrebbero scrivere mille cose su questo film: ciò che mi ha più colpito è la recitazione del bambino protagonista, che interpreta la disillusione e la frustrazione del risvegliarsi a 7 anni circa coscienti e pensanti e scoprire con la propria mente non più così ingenua quanta rabbia e violenza può nascondersi nella vita quotidiana. Qual è allora la vera vita? Un mix di frustrazioni, rimpianti e momenti indimenticabili o c'è uno di questi due aspetti che indelebilmente prevale sull'altro? Non era facile rendere con tale grazia, classe  ed originalità narrativa un tema così delicato.   

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