venerdì 26 marzo 2010

Smoke


Tutto inizia in una banale tabaccheria di un sobborgo di New York, dietro il banco del negozio, un eccezionale Harvey Keitel veste i panni di un tabaccaio. E' proprio questa tabaccheria il nucleo centrale del film, attorno alla quale si struttura tutta la storia. E' proprio con la leggerezza del fumo che ogni personaggio si immette, quasi impercettibilmente, nel film, entrando nella tabaccheria, e raccontando l'essenza e la poesia della propria vita. Non si parla di gente colta e ricca, ma di persone comuni, povere, di emarginati sociali, come il giovane diciassettenne di colore, che vaga per le vie di una malfamata Brooklyn, alla ricerca del proprio destino. E' la storia di una giovane donna povera e disperata, in cerca di soldi per salvare la figlia Felicity, che si fa di crack. E' ancora la storia di un semplice uomo, non troppo ricco, nè tanto povero, che fa lo scrittore. Il suo è il riconoscibile volto di William Hurt. "Smoke" è il ritratto di una società degradata e misera, è l'intrecciarsi delle storie di tanti personaggi diversi tra loro, ma accomunati dal fumo, che si tendono la mano vicendevolmente. Il film, però, non ha un tono pesante e grave, ma assume la leggerezza del fumo. Il messaggio è profondo e mira verso la sensibilità umana, senza, però, fare leva su grandi finanziamenti o effetti speciali, ma su una singolare ed interessante struttura su cui il film è costruito e sulla interpretazione veramente grandiosa di Keitel e Hurt.

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