domenica 4 aprile 2010

La febbre dell'oro


Un film tenero tenero, con un modo di recitare ormai surreale da quanto che è superato. Un'altra dimensione era, infatti, quella del cinema muto. L'ho visto, tra le tante volte, in Piazza Maggiore a Bologna sotto le stelle dell'estate, musicato dal vivo. Un invcanto alcuni momenti, come quello in cui la musica del ballo della bella addormentata (scelta ad hoc dall'orchestra) accompagna Charlot e la sua impellicciata Georgia. Quando ho visto la data in cui è stato girato, il '25, ho realizzato che alcune scene non incrociano la dimensione del tempo: ne rimangono eternamente estranee. Di travolgente poesia la scena della casa che sta crollando nel dirupo, trascinata dalla bufera.

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