giovedì 24 febbraio 2011

Il cigno nero


"Il cigno nero" è una congegnata rappresentazione in chiave estremamente contemporanea del famoso balletto "Il lago dei cigni", la cui prima messa in scena risale al 1877. Accompagnando pedissequamente proprio come in un ballo in coppia la trama de "Il lago dei cigni", il regista, Aronofsky, già noto per aver diretto "The Wrestler", sviscera ogni simbologia che si può nascondere dietro la fiaba tedesca, cogliendo lo spunto per fornire una fotografia "ad alta risoluzione" dei valori della società di oggi. L'apparenza, la bellezza, la perfezione, tutto ciò è rappresentato con immagini di una potenza suggestiva grandiosa.

Nina, eterna bambina soffocata da una opprimente madre superegoica, viene travolta dall' interpretazione del personaggio bifronte de "Il lago dei cigni", che diventa lo strumento di riscatto verso un'identità adulta, anche attraverso la riappropriazione della propria sessualità. Per fare questo dovrà attraversare tanti sentimenti, quali l'invidia, la competizione, la seduzione spudorata e manipolante dell'ambiguo maestro di danza, prima di ritrovare sè stessa. Aronofsky riesce a coniugare eccellentemente la purezza del prestesto narrativo con l'ambiguità e la violenza delle paure che Nina deve conoscere per andare avanti nel suo percorso. Il più grande merito di questo film è, infatti, riuscire a mantenere una coerenza espositiva ed una suggestione narrativa altissime pur mescolando in maniera estremamente realistica tutti quei sentimenti contrastanti che contraddistinguono ognuno di noi e che metaforicamente sono rappresentati dal cigno bianco e dal cigno nero. Se da un punto di vista di scritturazione dei personaggi, quello della madre di Nina appare un pò troppo stilizzato e macchiettistico, Aronofsky riesce furbescamente a farlo rientrare in una sua visione puramente polarizzata della realtà, autoassolvendosi fin dal principio.

In quanto alla recitazione della Portman, che si dice essere la favorita per il premio di miglior attrice protagonista agli Oscar di quest'anno, sinceramente l'ho trovata, nonostante tutto molto più convincente nel ruolo di cigno bianco, immacolato e ubbidiente, che nella sua evoluzione, pur credibile dal punto di vista della scritturazione del personaggio. Nonostante gli effetti visivi e l'evoluzione anche fisica della ballerina alla quale spuntano, assolutamente non in modo metaforico, le ali, la recitazione di Natalie Portman convince poco nel passaggio finale. Probabilmente ciò è dovuto ad un eccesso di zelo nel voler rappresentare una perfetta trasformazione realisticamente impossibile.

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