giovedì 6 gennaio 2011

Una bella giornata


Faccio la conoscenza di Checco Zalone quando entro in sala e si spengono le luci. Non so nulla di lui e dei suoi trascorsi televisivi. Non vado matta per il cabaret. Addirittura nei miei trascorsi collegiali la mia tv Mondial casa non prendeva il canale di Zelig, per cui sono stata oggetto di un oscuramento culturale non da poco.

Tornando al film, credo che Checco Zalone abbia già un grande aiuto dalla natura. La sua fisicità, il suo volto ed il modo in cui lui li abita ricordano molto il mitico Pippo della Walt Disney. Ed i grandi classici non si smentiscono mai. In più la trama gli si cala a pennello e la sua ironia gli consente di raccontare un'Italia di disoccupazione e di mediocrità, trasmettendo, però un grande senso di speranza.

Una bella giornata è come titolo l'emblema del personaggio del film: della sua imbranataggine. Anche in "Nuovo Cinema Paradiso" il protagonista Totò quando incontra la sua amata e non riesce a dichiararsi, dice imbarazzato "una bella giornata", mentre diluvia. Forse l'idea del titolo dunque non è così originale, ma nell'insieme il film è molto fine e godibile.

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