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domenica 18 dicembre 2011
Finalmente la felicità

giovedì 6 gennaio 2011
Una bella giornata

Faccio la conoscenza di Checco Zalone quando entro in sala e si spengono le luci. Non so nulla di lui e dei suoi trascorsi televisivi. Non vado matta per il cabaret. Addirittura nei miei trascorsi collegiali la mia tv Mondial casa non prendeva il canale di Zelig, per cui sono stata oggetto di un oscuramento culturale non da poco.
Tornando al film, credo che Checco Zalone abbia già un grande aiuto dalla natura. La sua fisicità, il suo volto ed il modo in cui lui li abita ricordano molto il mitico Pippo della Walt Disney. Ed i grandi classici non si smentiscono mai. In più la trama gli si cala a pennello e la sua ironia gli consente di raccontare un'Italia di disoccupazione e di mediocrità, trasmettendo, però un grande senso di speranza.
Una bella giornata è come titolo l'emblema del personaggio del film: della sua imbranataggine. Anche in "Nuovo Cinema Paradiso" il protagonista Totò quando incontra la sua amata e non riesce a dichiararsi, dice imbarazzato "una bella giornata", mentre diluvia. Forse l'idea del titolo dunque non è così originale, ma nell'insieme il film è molto fine e godibile.
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giovedì 15 aprile 2010
Basilicata coast to coast

Lo spirito di questo film è svelato senza lasciare alcun segreto dal titolo stesso. Un film "rom" che a tratti mi ha ricordato alcune scene gitane di Kusturica, ma che sostanzialmente mira a regalare uno zoom cinematografico ad una di quelle regioni del sud Italia dimenticate dalle telecamere: la Lucania. Essa si presenta nella sua desolazione e nella sua aridità, che avrebbe anche il suo fascino se non fosse oggi deturpata da quelle centinaia di pale eoliche che nessuna regione del resto d'Italia vorrebbe installate sulle forme delle proprie colline. La band del film si chiama proprio ironicamente "Pale eoliche" e la sventura di questa terra va di pari passo con quella dei protagonisti che sono in cerca della loro strada. Questo ultimo aspetto mi ha ricordato un'altro film sul meridione visto da un meridionale: "L'abbuffata" di Calopresti, complice la compresenza di Paolo Briguglia nel cast. Nonostante l'intento sia quello di fare un piccolo omaggio artistico ad una terra povera regalandole la possibilità di un successo sul grande schermo, la trama rimane troppo appiattita da questa appartenenza del film ad un genere un pò troppo circoscritto, che finisce col mozzarne il respiro.
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