sabato 18 settembre 2010

Mangia prega ama


Raccogliendo nel modo più banalizzante possibile tutti i luoghi comuni della cultura italiana, indiana e balinese, questa pellicola racconta un vero e proprio mito del mondo americano di chi vive immerso nella vacuità dei riflettori. Il viaggio verso la spiritualità dell'India attraverso la conoscenza della povertà è un vero e proprio status symbol di chi vive pensando ogni giorno a quale marca indossare e quante calorie bruciare per essere piacente in base ai canoni imposti. Tutto questo percorso non è che un tentativo disperato di trovare quella fodamentale parte di sè stessi persa in qualche camerino. Il vero viaggio purtroppo e per fortuna non necessita però di sottoporsi a così consistenti fusi orari e il vuoto che comunica questa lentissima storia ne è la prova. Oltre che esprimere un mito che personalmente non condivido, questo film è anche girato con grande faciloneria, seguendo il manuale dei clichè americani. L'unico aspetto dell'effetto finale che si salva è la recitazione discreta della Roberts, anche se le sue labbra sono un tantino inverosimili. La presenza di Javier Bardem è veramente una pennellata finale per resuscitare una trama vuota, ma non giustifica il suo essere accostato in copertina alla figura della protagonista. L'importanza dei ruoli è troppo diversa e la locandina sembra quindi solo una gran furbata commerciale.

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