domenica 12 dicembre 2010

In un mondo migliore


Il titolo è una forte antifona rispetto al contenuto di un film che sviscera il significato che può assumere in diversi contesti, a diversi livelli, la violenza. La violenza è dentro di noi ormai e paradossalmente quella vera delle sparatorie in Africa fà meno paura. Perchè almeno ha un senso. Un orribile motivo di esistere in quel luogo ed in quello spazio. Invece tra le mura domestiche il silenzio è violenza. Il bullismo è violenza. Soprattutto quando esplode in un fenomeno molto più vasto e subdolo. La violenza in questo film è assorbita nell'anomo di ciascun protagonista che la mette in atto. Il maestro di questo genere è il Lars Von Trier di "Dogville", ma il motivo per cui una tale esigenza narrativa continua ad essere rilanciata va analizzato nella società di oggi, nel modo in cui la tragedia delle Twin Towers è stato metabolizzato in questi dieci anni.

La regia è asciutta ma presente, i bambini veri protagonisti hanno una recitazione veramente profonda e convincente.

Nessun commento:

Posta un commento