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giovedì 27 gennaio 2011

Vallanzasca - Gli angeli del male


Mi trovo di fronte ad un raro caso di film diretto da Michele Placido in cui i personaggi, in questo caso IL personaggio, ovvero il Vallanzasca, risultano messi a fuoco in maniera veramente precisa. In genere non amo il suo modo di fare il regista: lo trovo molto distratto e approssimativo. Sarà probabilmente l'eccezione che conferma la regola, ma Vallanzasca è un film riuscito. Nonostante sia un pò lungo, perchè vuole pedissequamente narrare ognuno degli eventi che resero tristemente celebre il personaggio, il ritmo della storia tiene abbastanza inchiodato lo spettatore. Più che un film sembra una cronaca proprio per questa dovizia di particolari narrativi, mentre in genere si sa che nel cinema non conta tanto quanto si racconta, ma come. L'impressione di un personaggio può bastare a caratterizzarlo nel profondo, se si sceglie il particolare giusto da mettere a fuoco. Non si può tralasciare il fatto che la riuscita cinematografica del personaggio sia aiutata e co-costruita dalla recitazione di un furioso Kim Rossi Stuart calatissimo nel ruolo e sempre più professionalmente notevole.

sabato 3 aprile 2010

Piano, solo


Molto intenso, nonostante la melensa locandina ed il titolo un pò da fiction reimpostata. Kim Rossi Stuart esprime magistralmente il travaglio in teriore di un pianista che nasconde nelle scale delle note del suo strumento la sua sofferenza lancinante ed arcana, mai elaborata, per la scomparsa della madre. Jasmine Trinca è una compagna di viaggio innocente ed illusa, che si trova a sbattere contro la malattia incomprensibile quanto travolgente della persona che più ama. La recitazione dei due attori sovrasta l'impianto narrativo, sublimandolo. Di fatto la trama è definita in maniera discreta. Si riesce a non scadere nel patetico, nonostante la figura tratteggiata sia difficile da esplorare proprio perchè si mantiene volutamente un'ottica esterna. Si privilegia, infatti, la prospettiva con cui gli altri vedono la sofferenza di Luca Flores, con paura ed affetto, mentre la malattia del protagonista è solo impressionisticamente indagata. Questo basta a rendere il film piiù corale e si salva da una visione superficiale grazie alla recitazione di Rossi Stuart.