domenica 18 gennaio 2015

Hungry hearts

I primi sei minuti dell'ultimo film di Saverio Costanzo si svolgono nell' angusto antibagno di un ristorante giapponese. L'accuratezza della tappezzeria del luogo ben accompagna la pienezza dei dialoghi di questo incipit simbolicamente pregno di significato. E' proprio quell'improbabile intimo luogo che segna l'inizio di una relazione amorosa altrettanto angusta.
Lo sguardo intriso di un misto di preoccupazione ed amore di Adam Driver segna l'interpratazione dell'attore vincitore della Coppa Volpi per questa performance. Se il talento di Alba Rohrwacher è ormai noto, Hungry heart offre un assist notevole all'attore interprete di "A proposito di Davis" e "Frances Ha".
La cifra di Adam è il disincanto con cui vive il rapporto con Alba, il cui personaggio è quello di una donna eterea, fragile e distaccata dalla realtà.
Il trailer del film comunica un'angoscia ed una violenza affettiva che nella pellicola non si riscontrano. Che non sia un biglietto da visita volutamente forzato per lasciare nella bocca dello spettatore un sapore velatamente dolce rispetto alle aspettative?
Se la colonna sonora originale è di Nicola Piovani, la canzone di Modugno "Tu si na cosa grande per me" afferisce una intensità comunicativa di un certo spessore alle scene più romantiche di "Hungry hearts". Profondo nei dialoghi e nella recitazione attoriale, il film di Costanzo gioca su pochi importanti elementi visivi come le riprese deformate che ben rappresentano il mondo interiore della protagonista.
Con "Hungry heart" Costanzo riesce a raccontare in una sola storia il controverso dibattito sull'alimentazione vegana per i neonati ed il sentimento della genitorialità vissuto in maniera contrapposta dai due genitori. Alla base della riuscita di questa difficile amalgama ideologico-sentimentale c'è l'impeccabile rappresentazione di una struggente storia d'amore.


Nessun commento:

Posta un commento