giovedì 15 gennaio 2015

Big Eyes

Sono proprio grandi gli occhi di Amy Adams, vincitrice del Golden Globe 2015 per la sua interpretazione dell'ultima creazione di Tim Burton. L'abilità del truccatore riesce ad ingrandire l'azzurro dello sguardo dell'attrice donando uno spessore nuovo all'espressività della Adams che un anno fa si era conquistata la fama con American Hustle.
Dello stile del regista dark rimangono solo i colori saturi e la composizione impeccabile di alcuni fotogrammi (vedi la scena del divano incorniciato dalla gelida vetrata dietro cui si staglia un panorama dal verde naturale intenso. Intanto le sagome dei tre personaggi sono collocate in distinti punti del divano riproducendo un'alta armonia geometrica). Un'atmosfera sonora alleniana si propaga attraverso le note anni '20 e la pettinatura della ormai celebre attrice ricorda la grande Marylin Monroe.
Se dal punto di vista fotografico il film spiazza, allontanandosi dai colori cupi di molte altre pellicole (Edward mani di forbici, La sposa cadavere, il Mistero di Sleepy Hollow...) ne rimane l'intensa connotazione comunicativa che mantiene quella nota torbida che rende tipico lo stile di Tim.
La storia vera che il regista decide di raccontare è forse la più reale di quelle finora scenicamente rappresentate, ma è volutamente sospesa in una dimensione trasognata come i Big eyes del titolo.
Poco importa se il finale scade in una retorica holliwoodiana pseudogiustizialista, o se il primo tempo è un pò troppo diluito a livello ritmico. La dolcezza dell'espressività della protagonista è, infatti, resa in armonia perfetta con la scelta dei colori, così l'ultimo film di Tim Burton diventa un perfetto oggetto artistico da contemplare.

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