giovedì 10 ottobre 2013

La stada

La prima volta che ho visto "La strada" non ero ancora un' adolescente. Ne ricordo solo la figura burlesca di Giulietta Masina ed il colore bianco e nero della pellicola. A distanza di quasi 18 anni, entusiasmata dal documentario "Che strano chiamarsi Fellini", decido di rivederlo. Il personaggio principale di Giulietta Masina spicca con eleganza e maestria sul grigiore neorealista del mondo che la circonda. Nonostante la sua indole semplice e credulona, non rimane vittima della sofferenza che lei stessa sopporta e comunica, riuscendo a rimanere ancorata ad un mondo alimentato dalle sue speranze e fantasie. La strada è il suo ring in cui combatte, come tante persone durante il
dopoguerra, per la sua stessa sopravvivenza. La strada è un film forte e profondamente triste, ma di quel tono di tristezza artisticamente reso in maniera talmente credibile ed al contempo relativo, da raggiungere la perfezione estetica della rappresentazione.

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