martedì 5 febbraio 2013

Lincoln


Dopo aver ottenuto la gloria con pellicole che hanno fatto la storia del cinema americano e mondiale (E.T., Salvate il soldato Ryan, Indiana Jones, Jurassic Park), il regista ritorna al genere storico, ma stavolta senza fantasia. “Lincoln” non ha, infatti, l’invettiva di altri film come “Amistad”. Rimane strozzato da un registro che si stanzia a metà tra il genere biografico e quello storico. Ad emergere non è infatti il personaggio del famoso presidente che ha liberato l’America dalla schiavitù dei neri, né la guerra civile americana, piuttosto le dinamiche politiche che sottendono a questa grande rivoluzione politica, sociale e culturale.
Nell’era della digitalizzazione stupisce vedere come la storia dei popoli sia stata costruita a suon di biglietti scritti a mano e trasportati da una parte all’altra dei Paesi a cavallo. Tutte le dinamiche del sistema politico dell’epoca sono gestiti in modo così rudimentale rispetto agli strumenti di cui il potere dispone oggi, tanto da far risaltare ancor più all’occhio la risonanza delle rivoluzioni che propugnano. Se, infatti, le decisioni politiche viaggiano sul filo di votazioni a voce, alzate di mano e biglietti scritti e portati a mano, la loro essenza è rivoluzionaria. Si tratta della costituzione di regole di civiltà fondamentali per l’umanità. L’abolizione della schiavitù narrata in “Lincoln” è, infatti, una rivoluzione storica nella rappresentazione sociale di una razza intera.
Se con "Amistad" e "Salvate il soldato Ryan", Spielberg era riuscito ad affrancarsi dal trionfalismo americano, raccontando la storia attraverso piccole storie, con "Lincoln" il regista non riesce ad evitare di sprofondare in un registro narrativo autocontemplativo fondato sull'esaltazione del senso di patria degli USA.
Se la pellicola soffre un pò troppo di claustrofobia narrativa, vista la fissità scenografica, la figura di Lincoln spicca per la brillante interpretazione del grande attore inglese Daniel Day-Lewis, che si rende di nuovo interprete di grandi ruoli legati al mutamento delle società.

1 commento:

  1. complimenti per questa bella recensione e ... non è l'unica!

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