mercoledì 20 aprile 2011

Habemus Papam



"Habemus Papam" è uno di quei film che non mi ero assolutamente riuscita a prefigurare. Probabilmente perchè, nonostante se ne parli già da tanto, non riuscivo proprio ad immaginare come Nanni Moretti avrebbe potuto affrontare il tema della fede, vista la sua conclamata laicità. La risposta a questa domanda è semplicemente che "Habemus Papam" non è un film sulla fede, bensì sulla responsabilità. Il Papa è provocatoriamente e soprattutto laicamente visto come uomo nelle sue debolezze e nei suoi limiti. Tirando in ballo la più alta carica del Vaticano, Moretti vuole provocatoriamente sottolineare che anche i membri della Chiesa sono in fondo esseri umani. Eppure il messaggio che egli lancia si spinge molto più al di là di questo. Essendo il Papa una persona come tutti, è vittima come gran parte della società contemporanea, delle aspettative del contesto sociale. Oggi la performance è diventato un aspetto cruciale e sfidante persino per la carica che più di tutte rappresenta la spiritualità. Moretti si ritaglia un ruolo di sfondo, una sorta di voce narrante, non riuscendo a rinunciare ai suoi adorati monologhi dietro le quinte. In questo film è proprio il suo personaggio, a mio parere ad essere fuori luogo. Tutto sarebbe stato ugualmente equilibrato e credibile e forse anche un pò più sentito e meno razionale, se non ci fossero stati questi singhiozzi di discorsi, in cui peraltro vengono tirati in ballo sempre i soliti argomenti. La trovata del torneo di pallavolo è ben riuscita, ma scimmiotta un pò troppo le scene di pallanuoto di "Palombella Rossa".

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