"Colpo d'occhio" è il nome di una rivista d'arte, ma anche l'effetto che ogni artista vorrebbe provocare con le proprie opere. Qui il soggetto è apparentemente l'arte. Di fatto il film è un'abile apologia dei legami che si creano attorno al potere. Nonostante il trailer lasci credere che si tratti di una melensa storia d'amore, che ruota attorno ad un tradimento, questo film è ben altro. Parla di manipolazione, di invidia e di una vasta gamma di emozioni umane più o meno meschine e più o meno necessarie nella società odierna. Sergio Rubini è un uomo stravagante ed un regista innovativo quanto graffiante e questa storia camuffata da un trailera dir poco banalizzante è l'ennesima conferma di questo uso personale della macchina da presa. Tanto più la trama appare banale, tanto più non lo è.
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