Si entra in sala con qualche certa aspettativa quando il film in questione è l'unico in gara al festival di Cannes per l'annata 2010. La grande sala bolognese dell'Arlecchino è quasi al completo per il suo primo spettacolo serale del primo giorno di proiezione. E se si considera la leggerezza primaverile che si respira in una finalmente tiepida serata in città, non è da poco. Il film inizia e subito il carisma recitativo di Elio Germano colonizza la mia attenzione sui suoi sentimenti. Sui sentimenti di un italiano oggi in Italia. Un italiano operaio, allevato nell'ignoranza e nella invidia del potere che significa avere e quindi essere. Tutto questo viene rappresentato talmente in maniera realistica che il potere comunicativo di ciò che si vede riesce a superare la percezione di didascalismo che in qua e in là germoglia durante la narrazione. Qualche anno fa una canzonetta sanremese recitava "in Italia si sta male, in Italia si sta bene, in Italia si sta male, si sta meglio, si sta peggio, qui si sta come si sta..." e proprio questo sembra il vero nodo della riflessione di Luchetti. Siamo felici oggi in Italia? Cos'è che ci rende felici? Il berlusconismo dilagante incombe senza neppur essere mai nominato.
venerdì 21 maggio 2010
La nostra vita
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