domenica 30 maggio 2010

La regina dei castelli di carta


Il fascino della nostra eroina Lisbeth sprigiona ancora un'energia tale da intrigare lo spettatore, ma questa terzo proseguo della saga larssoniana ha un fiato ancora più corto del secondo. L'intrigo psicologico lascia sempre più spazio alla spy story che fa perdere alla trama molto del suo fascino e, soprattutto, del suo ritmo. Viene da pensare se ci interessi davvero sapere cosa è successo a Lisbeth Salander e perchè c'è qualcuno che la vuole evidentemente fare fuori. Tante volte l'eccessivo zelo nel dare spiegazioni e nello zoomare sui personaggi non restituisce il fascino attesso dalle aspettative nel frattempo createsi. Per il resto, a fronte di molti passaggi cavillosi e noiosi, che occupano, ahimè, i tre quarti del film, lo svolgimento finale del processo risveglia l'attenzione, ricentrando la trama sulla vera trovata letteraria della saga: Lisbeth Salander.

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