Il mastodontico Mammuth del film ha il volto disarmante di Gerard Depardieu, il quale interpreta il secondo film di fila (dopo "Potiche") sul tema del lavoro. Si direbbe che anche la Francia stia cominciando ad avvertire l'influsso della crisi lavorativa, fornendo diverse rappresentazioni del mondo del lavoro. Eppure "Mammuth", pur partendo dal dramma di un operaio che al termine della sua carriera, scopre di non avere una pensione, perchè non gli sono stati versati i contributi dalle aziende, in realtà è un candido ritratto della terza età, rappresentata con immagini di alta poesia. Il nostro protagonista sale a cavallo del suo catorcio (come lo definisce la moglie) di moto, che è l'emblema degli strumenti che egli detiene per affrontare i problemi della vita, e parte. Alla ricerca degli intoppi burocratici ed esistenziali che gli impediscono di godersi la vecchiaia. Questo viaggio sulle tracce anche di sè stesso è filmato con una pellicola dai colori molto saturi, che danno un'idea di atemporalità ed intimità. Alla fine ciò che mi è rimasto dentro è un senso di grande solidità interiore, trasmesso dal mastodontico fisico rassicurante di Depardieu e dal suo tornare a casa con serenità da un viaggio alla scoperta di aspetti anche non troppo desiderabili di sè.
mercoledì 10 novembre 2010
Mammuth
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