Quando stasera ho visto questo film ho avuto il sospetto di averlo già visto e di essere stata all'epoca un pò disorientata dal suo genere. Probabilmente non ero ancora pronta ad una trama che rivela tutte le ambiguità e le sfumature di una società ormai universale, che può essere giapponese come americana in cui la solitudine è la condizione dominante. Scarlett Johansson gioca sempre la parte della intrigante Lolita ed il personaggio di Bill Murray assomiglia molto a quello del protagonista di "Somewhere". In genere la brutta copia precede quella bella, invece in questo caso Sofia Coppola fa il contrario. Il suo ultimo pluripremiato film mi era sembrato veramente privo di senso: puro esercizio di stile, ma credo che vedere Lost in translation sia propedeutico perlomeno a capire cosa la regista intendeva comunicare. Ciò non significa giustificare l'insensatezza di "Somewhere". In Lost in translation i dialoghi sono molto raffinati e colmano la scenografia un pò statica. Un piccolo capolavoro.
mercoledì 17 novembre 2010
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