L'aspetto che mi ha più colpita di questa pellicola sono i colori. Sembra, infatti, di essere in uno di quei filmini che ogni tanto i genitori tirano fuori dai ricordi del passato. In realtà questo rimando ad un'altra dimensione anch'essa "morta" si combina felicemente con l'evocazione continua della morte che il film propone. Il protagonista, infatti, raccoglie i referti delle autopsie in obitorio e la dittatura cilena è un rigurgito del passato nel presente. L'insieme dei tempi delle scene, delle mortifere autopsie e la scena finale in cui la camera fissa a lungo il seppellimento fisico delle ferite del passato rende questa pellicola se non angosciante, molto riuscitamente tetra.
mercoledì 3 novembre 2010
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