venerdì 18 febbraio 2011

Femmine contro maschi


Modificando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Questa nota regola matematica, che diventa una battuta tra Ficarra e Picone nel film, può essere una buona sintesi di questo prodotto "Sanvalentiniano". Gli attori sono, infatti, i medesimi di "Maschi contro femmine", il titolo è di per sè una trovata a dir poco "scarsamente fantasiosa". Il tutto risulta una ulteriore operazione commerciale per comprare più spettatori possibili abituandoli, come una madre abitua un bambino, ad accontentarsi di un cinema che scende progressivamente di livello. La qualità cala come il PIL, ma lo fa alla moviola, con una lentezza talmente realistica da sembrare naturale. Ed è proprio qui il vero tranello. Non dobbiamo, infatti, permettere che il nostro cinema diventi così televisivo. Alcune dinamiche della società italiana sono ormai inequivocabili su tutti i fronti: c'è una tale confusione di ruoli. Si confonde la satira con la politica così come si confonde il cinema con la televisione. L'ingordigia regna sovrana. Nulla da dire contro la recitazione dei singoli personaggi televisivi, dalla Littizzetto a Claudio Bisio, se non che il loro carisma appartiene ad un altro, importantissimo genere di spettacolo.

Che dire poi del titolo? Sembra essere uscito da una puntata di Ciao Darwin. Bella espressione dell'emanciapazione dei sessi in Italia! Anche a livello di sceneggiatura "Femmine contro maschi" lascia a desiderare. Sembra, infatti, un patchwork poco convincente, mentre almeno nel suo anteposto "Maschi contro femmine" la trama, seppur elementarissima, sembrava tenere un pò di più.

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