"Silvio Forever" è un documentario che si pone su un continuum con "Draquila". Sembra, infatti, che in questi ultimissimi due anni stia emergendo sempre più la necessità di reinventare un vecchissimo genere per uno scopo non più di informazione, ma di informazione controcorrente. In entrambi i casi per raggiungere il grande pubblico e soprattutto la distribuzione in sala si punta su una efficacia comunicativa diversa. L'ironia è alla base di tutto. Si stravolge, dunque, il registro comunicativo classico documentaristico, forse per rendere anche piu dissacranti i materiali che vengono tirati fuori.
Già perchè in "Silvio Forever" si tratta di un lavoro soprattutto di montaggio. Un'attenta analisi e poi sintesi di questo fenomeno sociale che è esploso negli anni '90. La vita del Presidente del Consiglio viene scandagliata fin dalla nascita, grazie anche all'abile voce narrante di Neri Marcorè, nei panni del Premier. Vediamo così una tristissima carrellata dell'ascesa al potere dell'uomo con più conflitti d'interesse d'Italia.
Ovviamente l'intento del documentario non è più solo quello di documentare, ma quello di aprire gli occhi e formulare, seppur nel modo più accorto e argomentato, un giudizio di valore. Il documentario nell'Italia di oggi assume, dunque, un ruolo diverso, per necessità.
In questa nuova veste ed autoattribuendosi questa nuova missione sociale, devo dire che il documentario "Silvio Forever" riesce a gonfie vele. Dal titolo, al montaggio, alla scelta delle interviste e delle dichiarazioni, tutto tende a fare emergere il personaggio più markettaro che l'Italia potesse conoscere. Un re Sole dei media, che finora, nonostante tutto, e riuscito a gestire le proprie contraddizioni.
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