Per chi ha visto e si è entusiasmato con la trilogia "Uomini che odiano le donne" non è facile affrontare la visione di Noomi Rapace in un ruolo diverso da quella della mitica Lisbeth Salander. Nonostante l'attrice svedese continui adi interpretare il ruolo di una donna dal vissuto misterioso e truce, ho vissuto personalmente come una sorta di tradimento il fatto che quel volto impersoni un altro ruolo. Questo è il controaltare che può accogliere gli attori che hanno interpretato egregiamente dei personaggi.
A parte questo, il film all'inizio sembra abbastanza pietoso nel ritrarre una situazione disperata ed il personaggio della Rapace sembra così poco indagato che tutto sembra ridursi ad una sagra della commiserazione. Il ritmo è anch'esso, fino alla prima ora, un pò singhiozzante. Nella seconda parte del film, invece, la regia si riscatta, rendendo la trama più "piena" e credibile ed anche i tempi migliorano. Resta, comunque, un film estremamente triste e questo sentimento che comunica non è ripagato da un equo talento registico.
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