Difficilmente un personaggio cabarettistico riesce a trasformarsi in un personaggio cinematografico senza subire qualche contraccolpo in termini di "appeal". Ebbene questa è l'eccezione che conferma la regola: Antonio Albanese nei panni del politico calabrese riesce nell'arco del film a far conquistare al suo personaggio una maggiore completezza. Non si ha l'idea di un puzzle di pezzi ben studiati, ma poco credibilmente incastrati, idea che mi è stata trasmessa, invece, dagli sketch televisivi dell'attore. In questo caso, sembra, insomma vigere il principio contrario: il personaggio cinematografico vince su quello televisivo. Probabilmente questo è tanto più vero quanto più il personaggio di Cetto si avvicina alla persona di Berlusconi. Se non fosse per l'accento e la parlata anche un pò troppo calabrese (temo che qualche nordico possa avere difficoltà a godere di alcune battute), il politico impersonato da Albanese è una fotocopia neanche troppo ritoccata del nostro Premier. I riferimenti sono volontari (alcune battute sono mirate riproposizioni di ipse dixit del Presidente del Consiglio), ma anche e soprattutto drammaticamente involontari. Soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti, che non sono neanche più una novità, la politica "du pilu" non è poi così tanto una battuta di cui ridere, ma una verità su cui interrogarsi, mentre la si osserva dilagare.
domenica 23 gennaio 2011
Qualunquemente
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per Marco che so che mi legge: nella scena iniziale c'è il nostro aereoporto di Lamezia!!
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