Ascanio Celestini riesce a cavalcare il tema della rinchiusione dei matti, tanto comune nei fatidici anni '60 del film, con una padronanza dei sentimenti che narra sbalorditiva. Molti sono i film che, infatti, oggi raccontano la vita dei "matti" prima della legge Basaglia, ma mai mi era capitato di assistere ad una rappresentazione così toccante pur senza essere patetica e così originale. Il funzionamento mentale del geniale Celestini, che vediamo nelle vesti eccellenti di attore, quando impersona il protagonista rinchiuso fin dall'infanzia in un manicomio, diventa il leit motiv e filo conduttore della storia stessa. Tra interlocutori immaginari, pensieri circolari, frasi ripetute come mantra. Il senso di solitudine che si insinua sempre più nello spettatore esplode nella scena del supermercato finale.
lunedì 4 ottobre 2010
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