Captain Phillips è ua pellicola che racchiude tante storie. Lo si può vedere come un film sulle strategie di negoziazione: quelle difficili partite a scacchi che portano una parte ad avere la meglio sull' altra in una lenta trattativa. La nave può essere vista come un simbolo eloquente dell' america dell' 11 settembre: apparentemente inespugnabile, ma nei fatti così fragile. La notte del mare aperto è lo sfondo del destino oscuro di questa nave. Le scene sono claustrofobiche e vanno in perfetto parallelo con l'angoscia trasmessa dal protagonista, nonostante la tensione psicologica sia tale da reggere la struttura narrativa statica. Tom Hanks è il coraggioso capitano che si immola come ostaggio per salvare il suo equipaggio. Il film è pieno di primi piani che mettono al centro della scena la resilienza e l' equilibrio mentale del forte Capitano Rich. Come in "Cast away", "The terminal" e "Apollo 13", Hanks si rende massimo interprete della difficile parte di un uomo che va incontro ad un destino triste e minaccioso e lo fa con dignità e coraggio. "Captain Phillips" racconta la speranza, la calma, il travaglio e l'intento di non perdere mai la propria dignità. L' angoscia provata dal protagonista si è diffusa in me spettatrice, facendomi uscire dalla sala frastornata. In questa lunga notte nel mare aperto non c' è un momento veramente catartico nemmeno sul finire della trama. Il profilo psicologico di Hanks è perfettamente delineato e la sua interpretazione merita la famosa statuetta del maggiordomo Oscar.
lunedì 11 novembre 2013
Captain Phillips - Attacco in mare aperto
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