venerdì 4 gennaio 2013

La migliore offerta

Non è assolutamente facile riassumere la costellazione di emozioni e pensieri che le due ore 4 minuti di "La migliore offerta" mi hanno scatenato. 
Oleografico nella descrizione della bellezza estetica, Tornatore rimane sobrio ed essenziale nel delineare i tratti dei personaggi principali. Tra tutti Geoffrey Rush la cui sagoma ciondolante nasconde il carattere maniacale di un collezionista ipocondriaco di guanti che vive da sempre in un ossimorico stato di fama, dato dal proprio ruolo sociale, e di solitudine interiore. 
Battitore d'aste di pregio, il protagonista Oldman conosce Claire per la lavoro: una ragazza intrigante che soffre di agorafobia e piano piano i due si aprono reciprocamente.
L'aspetto scenico e fotografico è accurato ed in linea col tema trattato. Non si nasconde una forte malinconia molto simile a quella di "Novecento". Anche qui i protagonisti sono dei solisti che cantano il loro dolore.
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"La migliore offerta" è una grande storia d'amore e la apertura reciproca di due mondi. Geoffrey Rush recita questo ruolo in maniera più che convincente: sembra quasi essergli cucito addosso.
Le musiche di Morricone sono ormai una costante di alto livello, mentre il film riesce a non appesantirsi in un trattato ridondante sulla sulla bellezza, rimanendo una trama avvincente con picchi di alta emotività. La prima ora è l'unica parte a risultare trascinata.

1 commento:

  1. sceneggiatura, interpretazione, regia ... tutto assolutamente di grande valore per un film originale, raffinato e ricco di spunti di riflessione

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